Ciao “Pampa”. Il Covid si è portato via Ferdinando Pampaloni. Uomo schietto con un grande cuore, il calcio pratese perde uno dei suoi simboli. La società Maliseti Seano si unisce al profondo cordoglio dei familiari e della società Coiano Santa Lucia.

Il dg Simone Bardazzi e il ds Alessandro Becheri, amici di lunga data di Pampaloni, hanno scritto un bellissimo ricordo sui loro profili Facebook. Di seguito anche alcuni aneddoti legati all’amico Pampa.

«Ho visto tantissime partite insieme a Pampaloni, tornei, gare di campionato – ricorda Bardazzi – mi piaceva la sua ironia, il suo approccio alle partite, anche in quelle gare che dentro di te sai che possono essere importanti, e noi eravamo avversari in quelle gare. Non ho mai provato rabbia uscendo dal “Rossi”, anche quando è capitato di perdere. Questo anche per merito suo, che ha sempre sottolineato aspetti di cui io ho fatto tesoro. Ho mosso i miei primi passi, nei primi anni in Figc, parlando spesso con lui, che ho tenuto da esempio. Il calcio è un mondo con tanta invidia, faziosità, retorica, bugie. Io credo in cuor mio di aver avuto un comportamento leale nel mio percorso, il più leale possibile, ovviamente sempre cercando di fare il bene della mia società, ma “non a tutti i costi” ma cercando di essere corretto. E credo che Ferdinando sia stato un buon esempio per me. Per certi versi è stato unico, quando andavo a trovarlo, anche per un saluto, lo facevo sempre volentieri perché sapevo che avrei passato mezz’ora di risate, ma cercavo anche di carpire i suoi metodi, vincente, perché lui era un vincente. Qualche volta inevitabilmente ci siamo scontrati, ma subito dopo siamo andati al bar, a prendere un caffè, oppure a mangiare una pizza. Ci volevamo bene. Mi piace pensare che adesso sarà a discutere di calcio col “suo presidente” il grande Rodolfo Becheri, oppure col nostro amico Daniele Piemontesi. Una bella fetta della storia del calcio pratese adesso è lassù. E un giorno li raggiungerò anch’io e li abbraccerò con grande affetto».

«Abbiamo lavorato tanti anni insieme – ricorda Becheri – a lui, come a Rodolfo Becheri e a tutti i protagonisti di quegli anni mi legano ricordi indelebili. Ricordo la prima volta che Pampa venne a Santa Lucia in bicicletta, per parlare con Rodolfo, dopo gli anni alla Colzi. Dopo 5′ mi chiamò Rodolfo per darmi la notizia. Alle prime riunioni con la federazione lui veniva chiamato al tavolo dei rappresentanti, era un punto di riferimento per tutti. Ci siamo anche scontrati, ma a lui passava subito. Era un gran brontolone, ma con un’esperienza incredibile. Gli volevo bene, lui so che ne voleva a me. Quando andò a Coiano dopo un anno mi chiamò, mi voleva dare la squadra dell’88, ma non avrei mai potuto lasciare Santa Lucia per Coiano. Dopo qualche mese mi chiamò per dirmi che aveva intenzione di fare la fusione, all’epoca io per la verità ero un po’ scettico, era come mettere insieme Juventus e Torino, in quegli anni anni Coiano e Santa Lucia erano le società che stavano vincendo quasi tutti i campionati. E’ stata una grande intuizione, nei primi anni anche il Prato era molto vicino alla società. Quanto tornai a Maliseti, Pampaloni mi chiamava spesso per rimproverarmi che gli avevo preso un giocatore. Ma quando succedeva il contrario e io lo chiamavo, lui faceva finta di niente, mi diceva “Non lo conosco”. Mi fermavo spesso a parlare con lui in ufficio, mi chiamava Malesani. Se ne fa una delle figure più genuine del calcio pratese, ciao Pampa».