I due articoli a firma di Stefano De Biase pubblicati nell’edizione domenicale del quotidiano “La Nazione”, cronaca di Prato…

“Maliseti è molto cambiata rispetto agli anni novanta: in passato il quartiere veniva ricordato soprattutto per la presenza del carcere e della forte immigrazione dal sud Italia, adesso invece abbiamo una farmacia, l’ufficio postale e una nuova scuola media. Certo c’è ancora tanto da fare ma dove non possono arrivare le istituzioni, devono essere gli stessi abitanti di Maliseti a sopperire, costruendo il quartiere di domani”. E’ una vera dichiarazione d’amore quella espressa da don Santino Brunetti, storico parroco della chiesa di San Giovanni Battista, trasferitosi a Maliseti nel lontano 1975. Una conoscenza profonda quella del prete, di un quartiere che al suo arrivo “veniva considerato zona repressa, dove non c’era né acqua né luce e la sera regnava il buio pesto” ma che deve ancora fare un ulteriore salto in avanti “creando quel senso di campanilismo che permetterà anche ai negozi del posto di poter sopravvivere”. L’attività calcistica nel frattempo, con la vittoria del campionato di Prima categoria, sta svolgendo il ruolo di traino di tutto il quartiere che rivendica una sua identità territoriale ben precisa. “Il calcio a Maliseti è nato assieme alla parrocchia – spiega don Santino Brunetti – sono stato io stesso a prestare alla società nascente le prime panchine per gli spogliatoi. Adesso lo sport è la vera eccellenza di un quartiere che deve essere maggiormente vissuto dai suoi abitanti. Solo con la presenza di bambini e famiglie possiamo abbattere il problema dello spaccio e del consumo di droga nei nostri giardini in orario serale. Solo frequentando e spendendo nei negozi presenti nel quartiere potremo assistere al mantenimento di un commercio stabile, arrestando il fenomeno delle chiusure di attività”. Parlando dello sviluppo di Maliseti, don Santino Brunetti non nasconde le preoccupazioni per lo stato dell’istituto comprensivo Puddu: “Le scuole medie a Maliseti sono rimaste provvisorie nei locali della parrocchia per quasi quarant’anni – dice – adesso che possiamo contare su un nuovo edificio per quanto lo vorranno mantenere incompleto? Nell’istituto manca lo spazio esterno, la palestra non è stata costruita, la struttura è fatta tutta di vetri che con il riflesso della luce del sole rendono più difficile l’attività scolastica degli alunni. Mi auguro che sia già stato predisposto un piano per il completamento di una scuola che tutte le famiglie di Maliseti vogliono e meritano”. Passando all’altro punto di riferimento del quartiere, il circolo Quinto Martini, parlando dei problemi di Maliseti viene subito messo in risalto quello della viabilità: “Maliseti non è più il paese dei delinquenti come si poteva pensare in passato – raccontano i presenti – Con la crescita della popolazione però sono arrivati nuovi disagi. In particolare la mancanza di un’uscita alternativa dal paese rispetto alla sola via di Maliseti dove si crea un continuo imbuto di automobili, soprattutto all’uscita dei bambini dalle elementari di via Montalese”. Infine il problema del sottopasso ciclopedonale che permette l’attraversamento di viale Nam Dinh: “Il passaggio è troppo stretto – spiegano i frequentatori del circolo – e mancano i controlli. Così però si taglia fuori Maliseti dal collegamento con Chiesanuova”.

“Dieci anni fa quando abbiamo rilevato il Maliseti Calcio c’era un contesto di grande disagio, con una società che perdeva pezzi e la dura convivenza con i problemi di droga nei giardini adiacenti al campo sportivo. Adesso la zona è piena di vita, le famiglie ci affidano volentieri i loro figli e le strutture sono all’avanguardia. Il segreto? Investire sui giovani e sul territorio”. E’ stato un processo di grande ascesa quello che ha portato in un decennio l’associazione sportiva Maliseti a diventare la seconda squadra cittadina dopo il Prato. Un cammino lungo, costellato anche di difficoltà, ma che per stessa ammissione del presidente amaranto Gianni Luca Pacini può portare a soddisfazioni ancora più grandi: “In dieci anni abbiamo realizzato quattro campetti in sintetico, una tribuna e gli impianti di ristorazione, facendo tanti investimenti societari anche con l’aiuto dell’amministrazione comunale – spiega – Adesso però non ci vogliamo fermare; l’apporto più importante lo abbiamo dato al quartiere rendendolo più accogliente e vivibile, accompagnando il suo sviluppo con le nostre imprese sportive”. Fondamentale la voglia di scommettere sui talenti del vivaio. “Abbiamo in totale 350 ragazzi e nella prima squadra che ha ottenuto il salto in Promozione quasi tutti i giocatori provengono dalle nostre giovanili – racconta il direttore generale, Simone Bardazzi – con questa politica siamo riusciti a superare anche i momenti difficili e per il prossimo futuro vorremo continuare a dare questa vetrina ai nostri giovani”. Le idee in casa Maliseti non mancano e all’amministrazione comunale è stato presentato assieme all’Hockey Prato un progetto da due milioni di euro per prendere in gestione e ristrutturare il PalaRogai. “Il pattinodromo nei nostri piani dovrebbe diventare una struttura polivalente – conclude Pacini – con due nuove piste che possano ospitare non solo altri sport, ma anche gli alunni delle scuole Puddu, privi di una palestra nel loro istituto, e gli anziani intenzionati a fare attività fisica. Insomma un punto di ritrovo per tutto il quartiere per promuovere sempre più lo sport, il vero motore trainante di Maliseti”.